Questa è stata una primavera che di certo non dimenticheremo. Tutto il mondo è stato coinvolto dall'emergenza sanitaria e dagli Stati Uniti è partita una nuova ondata di protesta antirazzista. Forte, sofferta, lunga, esasperata. Il coronavirus ha messo a nudo disuguaglianze sociali persistenti e, insieme, ha permesso a tutti di avere più tempo per osservarle, a volte proprio per constatarle, queste disuguaglianze. L'omicidio di George Floyd e il video con cui la sua morte si è ripetuta atrocemente di ora in ora, di città in città, hanno infine fatto esplodere la sofferenza di una popolazione tesa, preoccupata, disunita eppure tenace. Il virus del razzismo è ben più vecchio del COVID-19: gli Americani hanno dimostrato di non essere affatto intenzionati a lasciarlo serpeggiare ancora per molto.
Gli articoli che hanno raccontato l'unicità di questa primavera sono stati tantissimi e tantissimi ne ho letti. Quelli selezionati per questa rassegna non sono necessariamente i migliori in termini di spiegazione dei fatti, bensì i più suggestivi in termini di racconto. Di persone, relazioni ed eventi. Anche quando il linguaggio non è quello delle parole bensì fotografico. Non mancano, in ultimo, quello che da queste parti ci appassiona di più: i libri! Buona lettura.
Relazioni, dicevamo: quelle che rischiavamo di perdere in quarantena ma che in realtà hanno svelato il carattere più forte e adattabile. Come racconta questo splendido collettore di storie californiane: dai complessi residenziali con piscina alle case di cura, dagli studenti davanti a Zoom agli animali allo zoo. Questo è il racconto (corredato di bellissime foto) di come separazione e isolamento non significhino disconnection.
E se qualcuno la quarantena l'ha fatta da solo? Anzi, da sola? Un altro bellissimo articolo del Washington Post racconta l'esperienza di 7 donne, dai 24 agli 86 anni, chiuse in casa ognuna con le proprie diversità, aspettative, progettualità. Da Boston a Santa Monica, dalla Florida all'Illinois.
New York è stata l'epicentro dell'epidemia negli Stati Uniti ma anche l'epicentro del nostro immaginario: è stato quando il virus ha svuotato le sue strade e zittito i suoi quartieri che abbiamo capito che la situazione si era fatta grave per davvero. Ci ricorderemo a lungo di queste 17 illustrazioni surreali delle città realizzate da 17 diversi artisti newyorchesi affacciati alle proprie finestre e di queste fotografie disturbanti: New York non è stata progettata per essere vuota. Soprattutto se a popolare le strade rimangono soltanto i senzatetto (protagonisti di un altro servizio fotografico decisamente intenso), per cui l'ordine "shelter in place" ha un significato particolare.
Molto lontano da New York, in un paesino rurale del South, quello che era uno dei principali luoghi di aggregazione sta scomparendo: come cambierà questo paesino - e tutti gli altri come questo - senza la gas station? Risponde un altro di quei servizi per cui parlano tanto le immagini quanto le parole.
Non sono soltanto le gas station a scomparire negli Stati Uniti, ma intere epoche: come quella delle ragazze della Generazione Y, le ultime adolescenti senza internet, protagoniste di un ritrovamento fortunato.
A proposito di teenagers, Teen Vouge ha pubblicato un articolo agghiacciante, che non dovrebbe esistere proprio perché non dovrebbero esistere i presupposti per pubblicarlo: spiega super dettagliatamente come riprendere azioni di sopruso perpetrate dalla polizia in modo sicuro e corretto .
Se siamo ancora qui a chiederci perché la polizia americana uccide i neri e perché dobbiamo gridare Black Lives Matter, questa è la risposta.
Non è solo una questione di razzismo episodico o intenzionale: si tratta più precisamente di un'impostazione culturale che riguarda tutti noi. Tutti noi, anche te. Basta pensare alle serie tv che guardiamo da anni: prima quelle che raccontano i poliziotti e poi quelle che invece raccontano i neri.
E se quest'estate molti americani stanno pensando di ripiegare su un on the road tra i confini nazionali, sappiate che quegli americani che lo pensano sono tutti verosimilmente bianchi. Avete mai sentito parlare del Green Book e delle sue conseguenze? Questa è una storia difficile da dimenticare.
A volte anche per le donne viaggiare significa mettersi in una situazione di pericolo. Non per le protagoniste di questi 7 libri, però: per loro il deserto è la migliore delle compagnie. Tra l'altro, il deserto e la frontiera hanno smesso di essere quella cosa raccontata solo e sempre dai libri western. Qui ci sono 9 esempi di diverse American West, raccontati da autori nativi e afroamericani.
Infine, per chiudere, il più completo degli auguri di buone vacanze: 29 libri che ci scrolleranno di dosso la stasi di questi mesi.
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