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New Orleans | All’inizio sono tutti fantasmi d’acqua

Ripropongo questo post perché la #magicLouisiana colpisce ancora. Dopo il viaggio a cui accenno qui sotto e il corso fatto subito dopo da XPLORE, il 4 novembre 2015 questi meravigliosi racconti invaderanno Ivrea e la sua preziosa Tisaneria. Vi aspetto 🙂


Magic Louisiana - corso di Lett. Americana McMusa - locandina

Il prossimo 14 febbraio parto per la Louisiana. Un viaggio di lavoro che inizia il giorno di San Valentino mi fa sentire leggera e potente.

Avrò bisogno di potenza, sapete, perché la Louisiana con me – e questo lo so io – vorrà lottare: ci sarà il carnevale di New Orleans, il Mardi Gras dell’ordine della natura rovesciato e folle; ci sarà True Detective, con me a rotolare sull’erba davanti al grande albero della morte; ci saranno i riti voodoo e le piantagioni della schiavitù; ci saranno le serate blues e quelle nere, entrambe alcoliche e commoventi; ci sarà Katrina, la sua di potenza mortifera ed echeggiante; ci saranno infine i suoi fantasmi, quelli sopravvissuti e quelli definitivamente morti.


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Al centro del suo racconto, i fantasmi. Quelli veri e quelli della memoria. Ho scelto di accompagnare alle sue parole le immagini di un altro grande storyteller americano: Robert Polidori. Noto fotografo, ha ritratto la Louisiana subito dopo la grande distruzione di Katrina. Sue sono tutte le foto presenti nel post. Se adesso queste storie vi sembrano lontane e altrui, sappiate che al mio ritorno tutti questi racconti diventeranno i vostri. Il corso sulla Louisiana letteraria inizia infatti l’11 marzo presso la sede del tour operator XPLORE. Saprò raccontarvi, allora, chi, tra me e New Orleans, ha vinto nella lotta di potenza e chi, tra voi e lei, la erediterà. Per adesso, però, godiamoci gli spiriti.

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“All’età di quattro anni vidi la ragazzina a casa nostra. Stava sempre ad aprire i rubinetti. I miei genitori facevano sesso e lei apriva il rubinetto. Pensava che fosse divertente.”

Un sorriso gonfia le guance di Cari Roy fin quasi alla caricatura, spazza via le rughe attorno agli occhi, il suo sguardo emana una piacevole energia. Una palla di cristallo giace tra di noi sul suo tavolo da pranzo. La tiene per gioco, dice, non ha bisogno di strumenti come questo.

“Sarebbe molto difficile se andassi in uno qualsiasi degli edifici di New Orleans e non trovassi degli spiriti. Questa città ne è zuppa. Quindici mila persone sono morte un’estate per la febbre gialla. Dove pensi che siano andati tutti quei corpi? Non abbiamo abbastanza cimiteri qui. Noi viviamo sui corpi.”

Roy passò dal fare la sensitiva ad essere un acchiappafantasmi quando la romanziera Anne Rice la portò per la prima volta a investigare nella sua proprietà e da allora Roy è diventata una specie di guru spirituale di New Orleans.

“Katrina ha risvegliato i morti. Ha svegliato gente che era morta nell’inondazione precedente. Queste figure si sono sovrapposte a quelle dei nuovi spiriti, come pazze. Era un’orgia di ammassi paranormali, come gettare benzina su un fuoco sovrannaturale. Fu la cosa più vicina al paranormale da film di fantascienza che ho vissuto in vita mia. Cioè, la quantità di morti. Tutti che andavano in giro storditi. Anche loro, infatti, erano stati evacuati dalla tempesta, sconvolti dal panico, fuggiaschi nel terrore.”

Roy aveva un posto un prima fila. Vive qui, sul confine tra l’Upper Ninth Ward, che era rimasto asciutto nei giorni dopo la tempesta, e il Lower Ninth Ward, che invece andò sott’acqua. Le serrande color lavanda di casa sua sembrano sciogliersi nell’aria quando il giorno fuori muore.

“Alcuni spiriti semplicemente non riescono a venire a patti con il fatto che non hanno più presa sulla vita, che non la controllano più. Come un tossico, vogliono ancora la loro dose. Quando tornai dopo la tempesta, c’era una donna che vagava per il mio isolato in cerca della sua famiglia. Usando la mia piccola radio paranormale a onde corte, alla fine riuscii a trovare la sua famiglia poco fuori città. La mandai lì. Era davvero, davvero incazzata. Aveva sempre odiato i sobborghi.”

Come molti altri, anche Roy afferma che l’acqua è geologicamente un conduttore di spiriti. E “The Big Easy” [soprannome di New Orleans] è costruita sull’acquitrino che circonda le parti più profonde del fiume più potente del mondo. In parte a causa di questo ecosistema unico, in tre secoli New Orleans ha visto molto di più della sua giusta parte di sofferenza. E nonostante questo, si può dire che la città abbia sempre sorriso in faccia alla morte. Come quelle vecchie maschere del Mardi Gras, la città compensa le lacrime nei suoi occhi con un gran sorriso sulle sue labbra. Gli abitanti di New Orleans amano i loro morti tanto quanto amano i vivi. La morte qui è portata alla luce, lo è come lo sono quelle tombe di calcare accecanti che vedi di fianco alla statale durante le ore di punta.


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Fissa lo sguardo attraverso la porta aperta sull’altro lato della strada, sull’argine dell’Industrial Canal, la sua oscurità eclissa in parte il crepuscolo all’orizzonte. Questo lato fu fortunato: fu l’altro che collassò in un muro d’acqua di sei metri. “Dal giorno della tempesta, stiamo ancora tutti andando in giro come morti a metà.”

 

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