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Pacific Northwest #7 – Seattle è pop

Continuano le Lezioni Americane, la rubrica in cui si raccontano le tappe del mio viaggio/corso di Letteratura Americana e insieme si scopre come, perché e soprattutto con chi andare per le sue strade. Tenendo sempre bene a mente una cosa: il corso è un esperimento narrativo a motore acceso, dove si guarda alla strada come luogo ideale per incontrare scrittori, musicisti, registi, politici, artisti ed editori, dar loro la parola e farci raccontare il paese in cui vivono, lo stato – in particolare – attraverso il quale passa il loro cammino.


In questi mesi giriamo il PACIFIC NORTHWEST e la settima tappa ci porta in un regno finora poco esplorato, quello della pop culture dura e pura. Dopo tanta letteratura di alto livello, ma soprattutto dopo esserci avvicinati al mito della Seattle grunge anni Novanta senza ancora affondarci dentro completamente, è il momento di sospendere crudelmente la nostalgia ed esplorare la cultura dell’intrattenimento, è il momento di


FRUSTINI, LUSSO E TRIANGOLI D’AMORE


Restiamo on the road, ma questa volta la strada diventa da un lato l’aria, smossa dall’elicottero privato del protagonista maschile di Cinquanta sfumature di grigio, quel Christian Grey bello come un dio greco, e dall’altro l’acqua, solcata da un ferryboat su cui ogni giorno i protagonisti dell’ultimo grande medical drama di successo della contemporaneità, Grey’s Anatomy, raggiungono l’ospedale. Mezzi, l’elicottero e il traghetto, su cui questa nuova generazione di personaggi pop si scambia palpitazioni di cuore, sogni ad occhi aperti, progetti piccanti da avviare appena l’oscurità piena di glamour scenderà su Seattle a cancellare – se ancora ce ne fosse bisogno – il ricordo di quelle trasgressive storie underground già da parecchio tempo affievolitosi.


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Ebbene sì, le nuove storie ambientate a Seattle non sono più quelle di una volta. Il canto del cigno si data a cavallo del nuovo millennio. A livello metaforico: nel 1996 Chuck Palahniuk, uno dei grandi interpreti del Pacific Northwest, pubblica Fight Club e, alla fine del romanzo, fa esplodere i grattacieli della città davanti agli occhi di un protagonista sbigottito: l’individuo che realizza che il suo migliore amico/nemico altri non è che il suo inconscio alter ego, il singolo che realizza che la sua volontà, di fronte a quella della massa, non vale dolorosamente un cazzo. Quella stessa massa, forse ironicamente forse no, di lì a poco consacra il romanzo e poi il film a emblemi della migliore pop culture del secolo. A livello concreto: nel 2000 il co-fondatore di Microsoft, Paul Allen, rapisce la memoria della florida cultura rock del Pacific Northwest degli anni Ottanta e Novanta e la chiude in un museo, il bellissimo ma piuttosto triste – se ci pensiamo un attimo – Experience Music Project. Il tempio della musica rock per turisti, la casa dei Nirvana da morti, l’esplosione della più stupefacente interazione tecnologia/musica quando l’autenticità di entrambe da sola non regge più.


C’è però una cosa da tenere in considerazione, una cosa che smonta la mia visione un po’ nostalgica di questo spazio americano: la creazione delle leggende è sempre una cosa arbitraria, che per nulla va di pari passo con l’evolversi della realtà. E con la nascita di nuove forme di vita. Tra queste, appunto, la Seattle più pop.


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Lussuosa: i protagonisti di Cinquanta sfumature di grigio si muovono tra attici ipermoderni, enormi hall di alberghi, alianti, jet privati, letti a baldacchino, macchine da sogno.

Romantica: il suo skyline, versione notturna o diurna, è sempre mozzafiato e carico di promesse.

Addomesticata: McDreamy, il protagonista maschile di Grey’s Anatomy, vive in una roulotte su una collina che sovrasta la città, ritirato in una natura florida e umida che tanto ricorda quella di Carver.. quanto presto ne svela il segno opposto: la sua roulotte, infatti, è grigia metallizzata, tutta design e comfort; Meredith – la sua fidanzata nonché protagonista femminile della serie – arreda la collina di candele che non consumano disagio ma amore; la contaminazione con la natura si limita a una verandina in legno su cui bere birra nei momenti di solitudine o bere birra nei momenti di goliardia.

Innocua: in entrambe le narrazioni prese a esempio, qualsiasi segno di pericolo, che arrivi dall’acqua, dall’aria o dalle relazioni umane (esemplare l’episodio di Grey’s Anatomy in cui un ferryboat si incendia e Meredith annega; ancora più esemplare la pioggia di Seattle in cui si tuffa Anastasia, la protagonista di Cinquanta sfumature, dopo aver perso qualche tipo di verginità nell’attico di Mr Grey), si risolve in una salvifica svolta sentimentale.

Erotica: sembra che se vai a Seattle farai un sacco di sesso. A parte le trame piuttosto note delle narrazioni qui prese in esame, nel cosiddetto piano realtà, dopo il successo interplanetario di Cinquanta sfumature, accade che alcuni hotel facciano trovare ai loro visitatori copie della trilogia di E.L. James nei cassetti (al posto dell’ormai desueta Bibbia), frustini sui divani, manette sui letti. No kidding.


Inutile dire che i personaggi che si muovono in questa nuova versione di Seattle sono dei perfetti oggetti di studio, sono la categoria “costruzione del personaggio” al massimo della sua espressione. Cercherò di spiegarmi più dettagliatamente quando scriverò un post sulle Cinquanta sfumature (perché lo farò eccome!), ma per ora vi bastino questi cinque minuti di dietro le quinte di Grey’s Anatomy in cui i due rivali in amore Derek e Mark, i due belloni e amici del cuore, McDreamy e McSteamy vengono osservati dagli altri attori nel pieno della loro imperfetta perfezione. Un occhio anche al paesaggio, mi raccomando!



Se qualche decennio fa da Seattle arrivava una delle ultime forme di controcultura originale, quella grunge, sporca e graffiante, quella che cantava la rabbia contro il mainstream e la società del successo, oggi questi ultimi due – scacco matto – hanno fatto di Seattle una delle loro sedi predilette (questa è la casa di Microsoft, Amazon, Starbucks, Nintendo e tante altre grandi aziende tecnologiche) e hanno spinto la cultura alternativa a trovare altre strade. La più nota delle quali è quella che porta verso Sud, nell’Oregon, in direzione della figlioletta Portland, cittadina povera, accogliente, ancora tutta da costruire, ma tanto debitrice nei confronti della madre da gettare le sue fondamenta su una domanda chiave:

“Ti ricordi gli anni Novanta?”

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