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Dove arriva la scrittura e dove il pensiero | Freeman’s


figurina #20 - freeman's - McMusa

Come si crea il pensiero? E invece la scrittura? Esiste un momento più adatto di altri per il loro formarsi? Una condizione, una situazione, un incontro di realtà particolarmente propizio? E un altro, magari, in cui il pensiero stesso diventa scrittura?

Mi chiedo queste cose, ogni tanto, e le domande perdurano fintanto che scopro che non è la risposta ad interessarmi quanto i tentativi fatti per cercare un propizio incontro di realtà. Un incontro che – dicono in questi giorni in America e dico sempre anche io – spesso si manifesta quando un uomo arriva in un luogo, o quando una donna si separa da un luogo per cercarne uno nuovo, o quando qualcuno – uomo o donna – si allontana da se stesso per conoscere uno spazio più grande dell’io. Quando, insomma, si scopre un legame tra il sé e il dove, e si ha coscienza dell’attimo esatto in cui questo accade. Che sia bello o brutto, definitivo o provvisorio, unico o reiterato.

Il cielo era di un blu profondo, di mezzanotte, così vasto che sembrava che l’aereo e le nostre vite fossero semplici idee dentro la testa di un essere molto più grande. Venature di lampi illuminavano la notte ogni pochi secondi, biforcandosi e intersecandosi. Avevo visto immagini delle sezioni del cervello ed ero rimasto impressionato dalla similarità visiva tra una tempesta di fulmini d’agosto e il modo in cui la mente funziona attraverso serie di impulsi elettrici: messaggi che rimbalzano da una cella a quella successiva, trasportando sogni e ombre, frammenti d’informazione che saranno poi riassemblati in un qualcosa che può essere chiamato pensiero. “Oh, John”, disse mia madre, “tutto questo non mi piace”.


Al centro dei souvenir della #Californoir c'è lui, il primo numero di Freeman's.

Al centro dei souvenir della #Californoir c’è lui, il primo numero di Freeman’s.


Questa è una delle mie Figurine, la collezione di curiosità americane più o meno introvabili. Per lungo tempo la rubrica è rimasta congelata nel retrobottega del blog: a parte qualche raro scongelamento temporaneo, l’ultimo anno mcmusiano è stato concentrato su altro. Oggi, però, le Figurine ritornano e ritornano celebrando un nuovo Arrival, quello della rivista letteraria americana Freeman’s, che da queste parti è stato molto sentito. 

Livello di introvabilità di questa figurina: medioalto.

È stata tratta e liberamente tradotta dall’introduzione dello stesso John Freeman al primo numero della sua nuova, promettente e già over chiacchierata rivista letteraria. In particolare, la citazione della Figurina racconta di John da piccolo su un aereo in mezzo a una tempesta potente, una tempesta tanto potente da far pensare all’arrivo come a un vero e proprio miracolo.


John quell’atterraggio non l’ha mai dimenticato. Anzi. Una volta diventato scrittore e critico di professione, ha deciso che avrebbe cercato di ricreare la sensazione di quell’arrivo ogni qualvolta si fosse dedicato alla lettura: perché – dice ancora Freeman – non accade niente di interessante nella vita senza rischio, movimento e meraviglia. Rischio, movimento e meraviglia: bello. Ecco perché, allora, per il primo numero della sua rivista – che vanta eccellenti contributi di fiction, nonfiction e poesia – ha scelto il tema dell’arrivo: perché le storie ci portano sempre da qualche altra parte, ci fanno atterrare là dove tutto è sconosciuto ed è lì che nascono i migliori incontri di realtà che un lettore possa desiderare.

A partire dal 2016 Freeman’s uscirà due volte all’anno e raccoglierà contributi di scrittori, poeti e saggisti brillanti (già molto conosciuti o ancora poco conosciuti) intorno a un tema ogni volta diverso.

È il caso di dirlo, allora: ben arrivata, Freeman’s 🙂

Se le Figurine vi piacciono e volete collezionarle tutte, il primo mercoledì del mese affacciatevi qui, nella vostra nuova edicola americana del cuore. Non si fanno mai promesse che non si possono mantenere ma io vi dico che qui di doppioni non ne troverete mai!

La realizzazione grafica della ventesima Figurina che inaugura la nuova edizione, del restyling e di tutta la prima edizione delle Figurine è a cura dell’ormai leggendario e fedelissimo Thomas Guiducci. La foto scelta per la Figurina nonché per la cover del primo numero di Freeman’s è del fotografo italiano Stefano Galli.

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