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La lettera d’amore di Matthew McConaughey a New Orleans

Questa è la settimana del mio compleanno: riprendo a scrivere dopo due settimane di pausa forzata e, siccome desidero solo armonia intorno a me, scelgo di farlo con una lettera d’amore. Una lettera in cui l’amore si direziona dal destinatore al destinatario, certo, ma in cui un posto affettivo sono riuscita a trovarlo anch’io: io che amo sia il destinatario che il destinatore alla follia e che sono rimasta incantata da ogni parola come se finalmente qualcuno fosse riuscito a esprimere una parte della mia intima esperienza d’amore con immagini e dettagli che io non riuscivo a mettere a fuoco.

Il 28 marzo del 2015 Matthew McConaughey riceve il Celluloid Hero Award al gala della New Orleans Film Society. Vi prego di non cambiare subito canale pensando che io sia una pazza invasata e di starmi a sentire. Tra le riprese di True Detective nel 2013, quelle recenti del film storico The Free State of Jones e una serie di altre produzioni girate in Louisiana, Matthew negli ultimi anni ha avuto modo di trascorrere a New Orleans una grossa quantità di tempo. Anzi, ha scelto di trascorrere a New Orleans una grossa quantità di tempo perché di quel posto così chiassoso, esuberante, decadente, magico ed eccessivo si è semplicemente innamorato. Austin, la città in Texas in cui lui risiede con la famiglia, non è poi così distante da Nola: se era ragionevole che lui si spostasse in Louisiana per lavorare, significativo è il fatto che abbia convinto a seguirlo anche moglie e figli, che per il Mardi Gras abbia affittato una casa nel cuore del French Quarter e che in nessuna delle giornate trascorse nei paraggi di The Big Easy sia rimasto chiuso in albergo a ripassare il copione per le riprese del giorno dopo.

Anche io ho scritto delle lettere d’amore alla Louisiana mentre ero in Louisiana – una anche a New Orleans – eppure, per quanto io faccia questo di lavoro, non sono riuscita neanche lontanamente a raggiungere la poesia delle parole di Matthew. Che di lavoro fa l’attore. Non so se voglio credere che quest’uomo – oltre ad essere sexy, perturbante, brillante, sinistro e scorpione – sia anche bravo a fare il narratore: sarebbe una trappola dell’attrazione dalla quale probabilmente non uscire mai. Eppure la bellezza della sua lettera d’amore resta, colpisce, ammalia e io non voglio, soprattutto nella settimana del mio compleanno, che l’antipatica disillusione, la noiosissima ragione prendano il sopravvento. Se non si crede alla magia in Louisiana, allora dove?

Leggete (e ascoltate: qui c’è il video originale; la lettera l’ho tradotta io: se Matthew mi fa causa, be’, sarà la volta buona che ci conosciamo).


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“Prima di tutto: che grande, bellissimo casino! [Applausi] Ho detto questo qualche anno fa. Qualcuno mi chiese: com’è New Orleans? Risposi: New Orleans è come una gigante, lampeggiante luce gialla. Procedere con cautela.. ma procedere. Non è un posto eccessivamente ambizioso, e lo dico come complimento. Ha una grande identità e, quindi, non cerca l’intrigo, l’evoluzione, le definizioni di progresso fuori da se stessa. Qui la gente è orgogliosa della propria casa. Siete orgogliosi della vostra Crescent City. Conoscete il vostro sapore. È il vostro e solo il vostro. E se la gente vuole venire ad assaggiarlo con voi, voi la accogliete a braccia aperte. E però, non la sollecitate.

Le ore sgocciolano qui. Il martedì e il sabato sono simili come in nessun altro posto dove sia mai stato. Le stagioni scivolano l’una nell’altra senza soluzione di continuità. Sì, questa è The Big Easy, la casa dei post-sbronza più corti del pianeta, dove le libagioni ti accolgono il lunedì mattina con lo stesso sorriso con cui ti accolgono il sabato sera.

Sì, questa è la patria del front porch. Non so se tutti voi ne siete a conoscenza: questa è la patria del portico sul davanti. Non il portico sul retro. Tutti quanti in tutti gli altri posti d’America hanno il portico sul retro, ok? Il front porch è qualcosa di diverso. Il front porch è un’invenzione d’ingegneria che consegna  se stessa alla comunità e all’amicizia. La proprietà privata e le linee di demarcazione conducono tutte verso i confini. Qui voi vi rilassate guardando la strada. Guardando i vostri vicini. Non vi ritirate nella solitudine e nella privacy del vostro cortile. No, voi entrate in contatto con quello che accade nel mondo di fronte a voi. È una grande invenzione di ingegneria quella che avete messo qua fuori. Lo è davvero.

Qual è la mia sveglia qui? La mia sveglia sono le campane della chiesa, le sirene e un falegname che si fa pagare 8$ all’ora che inchioda lastre di vetro alle finestre due case più in là. È una bella sveglia. Qui non vi attaccate al clacson in coda nel traffico.

I piccoli reati non vi lasciano sudati e, siccome qualcuno la fa sempre franca comunque, tanto vale per il resto di noi stare dalla parte di chi la fa franca. Se RIUSCITE a farla franca, be’, buon per voi. Vi piace giocare d’azzardo. Le regole sono fatte per essere infrante, non state a predicare il rispetto della legge. E, ehi, se quelli non riescono a farla franca, voi probabilmente li lascerete scivolare via.

Dove altro i morti riposano faccia a faccia con i vivi? New Orleans è una città che usa la parte destra del cervello, quella creativa. Non venite in città portando in mano i vostri principi morali a meno che non vogliate che l’intero braccio vada a fuoco. Sì, sono olio e aceto, ma in qualche modo interagiscono. La povertà, l’umidità: entrambe sopprimono con grazia tutta la sfera del razionale. E se state per attraversare una strada a senso unico, è bene che guardiate da entrambi i lati.

È madre natura a governare qui. Lo sappiamo tutti. È la naturale legge regina che governa suprema qui. È una scienza per gli animali, eppure è una dispotica e sconsiderata stronza per noi bipedi umani. Ma voi qui la perdonate, e la perdonate in fretta. Perché sapete che qualsiasi disdegno verso la sua ira divina non potrà che portare altra ira divina, altra cattiva sorte, altro voodoo e altro karma. E così ci fate l’abitudine.. in realtà vagabondate piuttosto lentamente verso il futuro cercando di gestirla e non preoccupandovi mai troppo per i dettagli.

Vedete, l’arte è nell’abbondanza qui. Madre Natura indossa la corona qui intorno. È la sua regalità a governare. E, a differenza dell’Inghilterra, ha sia influenza che potere. E come le più autentiche città europee, voi, ragazzi, non usate l’aspirapolvere per rassettare qualcosa, voi usate le scope. Usate i rastrelli per i giardini, perché qualsiasi cosa qui è ammorbidita. Qualsiasi.

Quel che cade resta spesso dove cade: la sterzata intorno alla buca della strada, il far finta di non vedere, la povertà, il tasso di omicidi, tutto questo è solo quel che è e quel che è diventato. Proprio come una buona gumbo [zuppa di pesce tipica della Louisiana], però, la giusta via sta nel mettere insieme tutto quanto.

Grazie, New Orleans. Grazie Louisiana.”


New Orleans Film Society Gala at the home of Paul and Sara Costello on March 28, 2015; Photo: GeorgeLong.com

 PS: se qualcuno ancora non avesse letto del mio pellegrinaggio sui luoghi veri di True Detective in Louisiana, recuperate!

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