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Le donne di Hollywood | Robert Nippoldt


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Le donne di Hollywood sposano il silenzio. Lo sai se leggi Prendila così di Joan Didion, perché dopo ti rimane solo quello. Lo sai quando ripeti ad alta voce un dialogo di Meno di zero di Bret Easton Ellis, perché alla fine non hai dialogato per niente. Lo sai, infine, quando ti accorgi che la maggior parte delle protagoniste femminili delle storie ambientate nella Los Angeles del cinema, tutte quelle centinaia di donne da Marilyn Monroe a Betty di Mulholland Drive di David Lynch a Lindsay Lohan, non hanno, in fondo, un tratto riconoscibile se non quello che vedono gli altri. Se non quello che vediamo noi: il lato sempre in mostra.

Ci sono molte cose nel tuo cuore che non puoi dire a un’altra persona. Quelle cose sei tu, le tue gioie e le sofferenze più private, e non puoi mai raccontarle. Se le racconti svendi te stessa, svendi la parte più intima di te.

Questa è una delle mie Figurine, la collezione di curiosità americane più o meno introvabili che oggi riprende vita dopo una lunga pausa.

Livello di introvabilità di questa figurina: basso.

La potete trovare dappertutto, è una famosa citazione di Greta Garbo, la protagonista della Figurina di questa settimana. Una protagonista a metà, però, perché – a ben vedere – il nome sotto il suo volto è quello di un uomo. Un uomo che, immaginario interlocutore dei segreti dell’attrice, ne disegna quel tratto riconoscibile e dorato menzionato sopra, quell’immagine divina e da diva che la Hollywood degli anni Trenta le ha cucito addosso per sempre. Insieme a lei, tanti sono gli altri protagonisti di Hollywood in the 30’s, un libro a cura di Daniel Kothenschulte (testi) e – appunto – Robert Nippoldt (illustrazioni) uscito dopo il successo di un altro progetto simile, Jazz. New York in the Roaring Twenties. Entrambi editi da Taschen, vincitori di tanti premi e inediti in Italia, vi consiglio (tantissimo) di sfogliare le tavole messe a disposizione dal sito della casa editrice e di fare un giro qui, nel regno dei disegni di Robert. Un regno che, come la Hollywood della Golden Age, è di poche parole e in bianco e nero.


Realizzazione grafica della figurina a cura di Thomas Guiducci a cui ho lasciato la responsabilità di scegliere tra il cinema (la figurina che vedete lassù) e la musica (il disegno quaggiù), e lui – inaspettatamente – ha scelto il primo.


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Piano ©Robert Nippoldt


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