top of page

Una giornata tipo a Urbana Champaign, IL

Urbana Champaign è un doppio nome per una doppia città. Divise da un enorme campus universitario, quello della University of Illinois (pubblica, una delle migliori del paese), Urbana e Champaign si guardano in faccia: la prima è di maggioranza democratica e liberale, la seconda è repubblicana e conservatrice. Entrambe distano poco più di due ore da Chicago (direzione sud) e rappresentano la cittadina media dell’Illinois: avanzata, funzionale, molto autoreferenziale e con pochissime altre attrazioni al di fuori della televisione di sera. Per gli standard del Midwest, siamo in un grande centro urbano. Per gli standard europei siamo nel bel mezzo del nulla.

Qui è andato a scuola David Foster Wallace, qui il ragazzino ha imparato a giocare a tennis, qui vivono ancora i suoi genitori. Ed è qui che potrei inventarmi la mia giornata tipo. Stesso lavoro, stesse passioni, stesse abitudini. Ma tutto declinato secondo la Marta del Midwest.

Mi sveglio alle 6.45 a.m., nella mia cucina gigante mi preparo una tazza di caffè bollente. Lo sorseggio davanti alla parete vetrata del salone, giusto per lasciar riattivare la mente. Intorno a me c’è solo silenzio.


illinois 040

Il cigno e il lupo sono finti, la neve e la bandiera americana sulla sinistra no.


Mi devo incontrare con Wolly alle 7.30 per una colazione veloce da Panera: dice che vuole farmi delle domande. Entro in macchina, poso la tazza del caffè nel portabicchieroni vicino al cambio, esco dal garage, imbocco il vialetto e sono in strada. Panera è vicina, a soli 20 minuti di macchina. Quando entro Wolly è seduto e ha un libro in mano: è di Philip Yancey, un autore cristiano evangelico che, tra gli altri sacri servizi letterari, motiva e riattiva le persone traumatizzate, ad esempio i superstiti del 9/11. La sua grandezza di spirito è pari a quella letteraria e pare che sia uno degli esponenti più illustri del postmodernismo religioso. Questa è la ragione che spinge Wolly a volermi vedere: che differenza c’è tra il postmodernismo letterario e quello religioso? Scusa, mi sono dimenticato di chiederti prima se vuoi un caffè? Vuoi un caffè?

Sono le 7.45 del mattino.


IMG_1516

Per fortuna davanti all’ufficio c’è sempre posto


Salto in macchina schizzando, ho una consegna da sbrigare per Adapt Content Solutions: è arrivato dall’editore universitario un libro di esercizi per apprendere l’italiano e le bozze devono essere corrette entro stasera. Ci sono da fare indice e glossario. Credo mi abbia scritto anche un giovane autore fantasy per un preventivo di “fact checking”. Scherzava, forse? Aspettiamo anche un volume in arrivo da Human Kinetics, la casa editrice più produttiva della città, ma temiamo che il reparto grafico abbia avuto qualche problema con le cheerleader. Loro lavorano con disegnatori e fotografi del corpo umano in movimento (atleti professionisti e amatoriali, persone in riabilitazione, ballerini…), non sai mai quello che può succedere sui loro set.

Lavoro 7 ore, dalle 8 a.m. alle 4 p.m.

A pranzo faccio una corsa in macchina fino alla Champaign Public Library, dove mi incanto per qualche minuto davanti alla macchina elettronica della resa libri: il pavimento della libreria è di bambù, la luce filtra dal soffitto senza bisogno di interruttore. Non devo entrare per restituire i libri, è sufficiente la super tecnologica macchina mangialibri perché io venga invitata a lasciare l’edificio. Tutto straordinario, contatto umano zero.

Lascio dunque l’edificio e torno in macchina. Da stamattina avrò fatto un totale di 14 passi. Forse potrei andare a prendere un caffè da McDonald’s e fumarmi una sigaretta nel parco lì vicino. Ho 4 minuti buoni prima della ripresa pomeridiana del lavoro.

Nel pomeriggio dall’ufficio chiamo la Assembly Hall per sapere se stasera c’è qualche concerto, ma mi comunicano che l’intero mese di aprile è riservato al concerto di Bob Dylan (il 25) e che per il resto ci saranno solo le solite partite dei Fighting Illini. Non ci andrò.


IMG_1552

Stadio di basketball per le squadre maschili e femminili della University of Illinois.


Andrò invece al Krannert Center for the Performing Arts, uno degli edifici più avanguardistici di Champaign, costruito dallo stesso architetto che ha progettato il Lincoln Center di New York, Max Abramovitz. Il centro fa parte dell’università, è il suo College di Fine and Applied Arts, ed è qui che gli studenti possono studiare, provare e mettere in scena le loro creazioni. Ci sono ben cinque teatri, ognuno con un suo proposito speciale: living theater, teatro di prosa, teatro per orchestra, opera e grandi spettacoli. Qui si è laureato il regista di Vita di Pi, per esempio, tale Ang Lee. E il calendario di spettacoli, balletti e concerti è piuttosto ricco e invitante.


IMG_1545

Prima del teatro, però, vado a caccia di libri alla Jane Addams Book Shop. Sono felice che Champaign abbia questo piccolo angolo di paradiso in downtown, serve a tutti per distendersi e proteggersi dal gelo. La libreria si arrampica irregolarmente su tre piani, divisi per sezioni: impossibile esplorarle tutte in una volta sola. Sociologia, scienze politiche, economia, narrativa di tutto il mondo, biografie, letteratura greca e latina, religione e poesia; tra le altre.


IMG_1542

Passano le ore, su quelle poltrone blu.


Stasera compro due libri: Slaves of New York di Tama Janowitz e Palo Alto di James Franco.

Passo da Burger King e prendo da mangiare, faccio una doccia veloce direttamente in ufficio e alle 7.30 p.m. sono a teatro. Lo spettacolo dura un’ora, alle 8.44 p.m. sono a casa, alle 9 p.m. sono a letto. Dormo subito. Non aspetto mai mio marito alzata, di solito lui arriva così tardi che quasi è già mattina. Parleremo nel weekend. Buonanotte Midwest!

bottom of page