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Gli articoli americani di agosto 2018

Ad agosto ho letto soprattutto a causa del jet-lag. Come scrivevo in questo tweet dedicato, appunto, a un bellissimo ritratto di Michelle Williams su Vanity Fair (a proposito di donne e realizzazione, remember?), quando sono in viaggio adoro quel residuo di jet-lag che mi fa iniziare la giornata alle 6: ancora nel letto, al buio mentre le mie compagne di stanza dormono ancora, sbircio il mondo dal lato giusto.

Leggo articoli, smaltisco newsletter.

E sì, per me il lato giusto dell’informazione è quello americano: analisi accuratissime, nessuna paura della lunghezza, saggi fotografici di altissima qualità, trasversalità degli approcci, narrazione che si fonde con la sperimentazione, spazio alle voci nuove e alle firme che osano, documentari che accompagnano parole, parole che diventano vignette, nessun tema escluso.

Spero di offrire un assaggio di tutto questo in ognuna delle rassegne mensili che ho deciso di scrivere per il mio blog, ma oggi desidero farlo un po’ di più. Al ritorno in Italia mi sento sempre un’adolescente alle prese con modelli irraggiungibili.

  1. Iniziamo, allora, con lei, l’adolescente per eccellenza: Lolita. Sapete quante vesti grafiche ha indossato nella sua lunga vita? Un giro tra le copertine del classico di Nabokov in giro per il mondo: ci sono quelle belle e quelle brutte, ma ognuno giudichi da sé.

  2. Arrivano oggi in Italia gli irresistibili adolescenti di Rockaway Beach, romanzo di Jill Eisenstadt pubblicato da Edizioni Black Coffee. E chi è Jill Eisenstadt, vi state chiedendo voi? Vorrei che lo scopriste da qui: un articolo di Bazaar che si intitola Sex, Drugs and Bestsellers. The Legend of the Literary Brat Pack e che racconta cosa facevano alcuni dei migliori scrittori americani degli anni Ottanta quando uscivano insieme a New York. I locali, le feste, i compagni di serata (Andy Warhol, ad esempio), i pettegolezzi, le carriere e un’infografica di tutti i loro capolavori.

  3. La spiaggia di Rockaway oggi è qui. In questa ennesima perla fotografica del mio magazine preferito Topic c’è la popolazione di New York quando si riversa al mare. Una popolazione di 8.5 milioni di abitanti, normalmente pallida.

  4. E le scrittrici di oggi, decisamente lontane dalla narrativa anni Ottanta, come raccontano le loro esperienze al limite? Con il queer fabulism, da non confondere con il magic realism anche se hanno diverse cose in comune.

  5. Non sono esperienze che definiremmo estreme eppure le hanno cambiato la vita. L’hanno obbligata a ripensarsi e ad accettarsi in una nuova forma: Beyoncé introduce il numero di Vogue più importante dell’anno, quello di settembre, e le sue parole vengono accompagnate da un servizio fotografico importante, quello di Tyler Mitchell. È la prima volta nella storia che la copertina del magazine viene affidata a un fotografo afroamericano (e molto giovane, ha appena 23 anni). L’ha scelto Queen Bey in persona.

  6. Donne e immagini. Donne e sfide. Vi presento le 6 surfiste che cavalcano le onde più grandi del mondo, le Mavericks (arrivano a 24 metri).

  7. Se queste onde non vi fanno abbastanza paura, provate con queste immagini: sono fotogrammi che già conoscete e che – sono certa – vi hanno già fatto rabbrividire più volte. Ma vi siete mai chiesti perché? Cosa può esserci in un’immagine di tanto spaventoso? Qualcosa che è un po’ come le onde Mavericks, qualcosa di monumentale.

  8. Mentre ero nel Pacific Northwest con le mini Book Riders il cielo sopra le nostre teste è diventato completamente bianco e pesante: era il fumo proveniente dagli incendi in Canada. Quelli in California erano troppo lontani, ma c’era qualcuno che non escludeva che arrivasse anche quello, di fumo. Un pezzo della Olympic Peninsula (stato di Washington), in più, aveva da poco cominciato a bruciare e tutti speravano che quel rogo appena nato non diventasse monumentale e gigante come quello che l’anno scorso bruciò mezzo Oregon. Sono molto colpita da quello che sto per linkarvi perché riguarda qualcosa che ho appena vissuto (la paura e l’orrore degli incendi) e di cui ho visto le conseguenze (pendici bruciate, alberi neri, cenere e tizzoni): lo scorso autunno un ragazzino ha gettato dei fuochi d’artificio in fiamme nel Columbia River Gorge. Ne è venuto fuori l’incendio più grande del secolo di tutta la zona. Topic ne ha tratto un impressionante documentario di mezz’ora. Guardatelo.

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