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Il meglio di stagione: gli articoli americani dell'inverno 2021

Se quello solare è cominciato poco prima di Natale, l'inverno americano è iniziato senz'altro il 6 gennaio con l'assalto a Capitol Hill. Un evento che ha segnato non solo la stagione, come è ovvio, ma l'intera storia del paese. Lo stesso è accaduto per la cerimonia di insediamento di Joe Biden, il 20 dello stesso mese: non si è soltanto succeduto un presidente a un altro, ma un'intera America a un'altra.


Se questi due grandi momenti della stagione appena trascorsa trovano spazio nella rassegna di oggi (sempre nelle loro declinazioni più culturali), è altrettanto vero che l'attualità politica e sociale lascia presto il posto ai libri: sì, mi sono accorta che le mie letture invernali sono tornate - in un certo senso - a casa. Tra le pagine, i titoli, le storie: sono questi, infatti, che mi permettono di capire cosa succede sul palco del presente, di riacquistare il tempo lento della riflessione e di inseguire personaggi e trame che ne sanno di sicuro più di me.


Spero che sia un gradito ritorno a casa anche per voi.

Anche se, come prima cosa, scelgo di partire da un viaggio.

  • Andiamo a Las Vegas, forse la città più fraintesa degli Stati Uniti: o la snobbi o la giudichi o la usi, ma raramente la conosci. Ci andiamo con uno di quei reportage magnetici, in grado di tenerti attaccata alla pagina per mezze ore e di rendere consapevole e profondo anche lo sguardo che arriva da più lontano. Una nota personale: questo pezzo ha confermato quello che io ho sempre pensato di questa città pazza e unica. Rappresenta l'America intera.

  • Questo no, questo non rappresenta l'America intera ma senz'altro racconta l'abisso in cui l'America è sprofondata il 6 gennaio: è un articolo del New York Times (c'è anche la versione audio) che ripercorre la tappe di questa vorticosa discesa guidata da Trump, soffermandosi sul significato e la genesi del (suo) fascismo. Uno dei migliori letti in quei giorni.

  • Ah, e volete sapere che cosa diavolo stavano a significare le corna di quel vichingo o tante delle bandiere che sventolavano quel giorno o addirittura la presenza di qualche super eroe di gomma? È tutto spiegato e illustrato in questo servizio.

  • Di tutt'altro stile parliamo quando si tratta di Amanda Gorman, la poeta nera che ha conquistato l'attenzione di tutto il mondo durante la cerimonia di insediamento del nuovo presidente e, poco dopo, anche quella di una grande agenzia di moda che l'ha scritturata. La notizia ha creato alcune leziose polemiche, come se bellezza, poesia, potere e moda non potessero stare nella stessa frase: in questo servizio si vede che certamente non è così e che, altrettanto certamente, Gorman non è la prima letterata a incontrare il mondo del fashion.

  • Ecco, ad esempio prima è arrivata lei. E oggi ancora ci mostra cosa vuol dire scrivere.

  • La stessa cosa si potrebbe dire di Don DeLillo, che quest'inverno è tornato tra gli scaffali delle librerie italiane con un libro molto breve e fulminante dal titolo Il silenzio. Libro che ha generato più recensioni e dunque parole di quante non ne compongano il romanzo: io ho scelto questa, perché è autorevole, certo, ma anche perché cerca di mettere in luce il lavoro che lo scrittore fa proprio sul significato della parola, del dialogo, della comunicazione tra umani.

  • Non raccontare sempre la stessa storia non è scontato: sia che si stia dialogando con qualcuno (fateci caso), sia quando si scrive. Anzi, soprattutto quando si scrive. Ci sono generi che sembrano codificati nella pietra, ma per fortuna non mancano esempi e sperimentazioni che di quel genere ci fanno esplorare declinazioni contemporanee, rivisitazioni meno epiche ma più verosimili, quadri quotidiani. Accade con il western, così.

  • Tra i dieci titoli citati nella lista c'è anche The Sisters Brothers, un romanzo che non ho ancora avuto il piacere di leggere ma di cui ho visto la trasposizione cinematografica e ne sono rimasta totalmente conquistata. Non (solo) perché tra gli interpreti ci sono Joaquin Phoenix e Jake Gyllenhaal ma perché di questi cowboy si fa un ritratto molto poco eroico e molto più sensibile, complesso, buffo, dolce e teso. Come, del resto, sono gli uomini quando non devono essere modelli di mascolinità preconfezionata. Lo si racconta qui.

  • A proposito di modelli, da un lato, e di libri che diventano film, dall'altro: non sarà sfuggito all'attenzione di nessuno che questa è stata la stagione di Nomadland! In che modo questa storia - soprattutto la versione cinematografica - si inserisce nella narrazione delle donne vagabonde, nomadi, on the road? Esiste tale narrazione? Se sì, ha caratteristiche positive o negative? Risponde questo interessante pezzo.

  • Qui, invece, dobbiamo rispondere un po' tutti noi che siamo stati giovani negli anni Novanta e che abbiamo letteralmente divorato storie basate su abusi, senza esserne consapevoli. Questa analisi e le altre a cui dà accesso (l'articolo è pieno di link) ci mette di fronte a quanto sia cambiata - in meglio, grazie a dio - la nostra cultura nei confronti delle donne, da Britney Spears in giù.

  • L'ho lasciato per ultimo perché è puro piacere per gli occhi, l'intelletto e i nostri blocchi degli appunti. Alla voce "libri da leggere" mi sa che dobbiamo aggiungerne un po': quelli letti da tutta questa gente super cool.

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