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Gli articoli americani di giugno 2018

È stato un mese faticoso questo giugno, sotto tanti punti di vista, quello umano in primis. Non desidero che questa rassegna rifletta l’intera fatica del mese ma sono convinta che ad alcuni doveri non ci si debba sottrarre: insieme a un piacevolissimo svago culturale d’insieme, oggi trovate qui due o tre articoli davvero dolorosi e (quell’aggettivo che non mi piace mai ma che ogni tanto bisogna usare) necessari.

Da quale vuoi cominciare?

Bambini messicani. Foto di Cristian Newman.


  1. Forse da qui, da quello più lungo e incredibile: una madre messicana deportata da Phoenix in Messico, quattro figli che tornano a casa e non la trovano più. Che fine fanno? Come sono i giorni, gli istanti che seguono la deportazione di un genitore? E come può essere la vita di un figlio che non ritrova più sua madre? Come al solito il California Sunday Magazine propone con questo reportage Losing Gloria una bella lezione di giornalismo, anche fotografico.

  2. Anche la letteratura americana fa il suo, specialmente in questi tre libri. Conoscevo solo il primo, a dire il vero, ma anche gli altri due mi sembrano importanti e interessanti.

  3. Ed ecco che, puntuale come ogni fine dell’anno scolastico, arriva il commencement speech che vorrei avessero fatto a me al mio diploma: questa volta arriva dallo scrittore David Sedaris che, con il suo consueto stile scherzoso e spinoso, dice ai ragazzi di farsi furbi e compiere gesti di gratuita affettuosità. Non potrà che nascerne qualcosa di buono in futuro.

  4. A proposito di figure paterne: 4 padri religiosi, 4 preti raccontano la loro storia. Ecco: non pensate di saperla già. Questi sono 4 fighi, e la rivista che ospita le loro storie (video) ancora di più. È la mia preferita in assoluto.

  5. Dai preti alle puttane. Sì, perché anche le puttane votano e sarà meglio iniziare a considerarle se si vuole rendere il mondo un posto migliore. Questo, almeno, è quello che pensa il candidato democratico di Ridgewood, che ha riservato un comizio esclusivamente ai e alle sex-workers. Tra loro c’era una disegnatrice e il suo reportage è tutto in questi schizzi.

  6. The Paris Review continua a tirar fuori chicche! Che cos’è l’eroico femminile? Un concetto controverso e sotterrato da secoli di sottomissione, spiegato in modo illuminante dalla scrittrice Megan Mayhew Bergman: inizia con una foto di Marilyn Monroe e Carson McCullers e finisce con gli archetipi di Jung.. nel mezzo un discorso a cui ho pensato moltissimo ultimamente e che ho già proposto come tema di discussione ai miei corsi.

  7. Mi sono infatuata di uno scrittore dello stato di Washington che ha da poco pubblicato un romanzo dal titolo Whiskey. Si chiama Bruce Holbert. Nel podcast di Montana Public Radio in cui racconta la sua storia viene svelato un dettaglio agghiacciante: Bruce ha ucciso per sbaglio un suo caro amico maneggiando male una pistola. Immaginate ora le sue storie.

  8. Se esistesse una McMusa dell’Inghilterra in questo momento starebbe leggendo questo (o forse lo avrebbe già fatto nel 2014).

Per chi avesse desiderio di approfondire il discorso in apertura, qui c’è un’altra solida e studiata rassegna (ma se sei qui credo che tu l’abbia già vista).

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