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Gli articoli americani di luglio 2018

Non mi ricordo – giuro – non ho memoria di un periodo altrettanto felice della mia vita: ho realizzato diversi sogni nel cassetto, ho davanti a me dei progetti davvero stimolanti, mi sono guadagnata il lavoro che volevo, viaggio tantissimo, sto imparando a fare nuovi sport, ho una bella casa, amici adorabili e una routine nella quale persino curare le piante mi dà gioia.

Credo nell’amore di coppia e nella famiglia ma nessuna delle due cose riguarda la mia vita in questo momento: magari un giorno arriveranno, magari no, oggi so di essere più serena e sorridente della metà delle persone che conosco. Eppure molti ancora non riescono a crederci. Non riescono a vederlo. Molti ancora provano a farmi sentire in difetto per quell’unica cosa che nella mia vita non c’è: un compagno. Come se il vostro vicino di tavolo, davanti alla pizza più squisita che avete ordinato nella vita e che siete pronti a divorare con l’acquolina in bocca, vi dicesse: sì ma perché non ci hai messo il basilico? Così non sa di niente.

Molti articoli di questo mese parlano di donne. O di cose che succedono o piacciono o vivono le donne. Sono cose diverse, vite diverse. Ecco, sono vite diverse tra loro. Credo sia questo quello che tanti non capiscono: si può essere felici anche vivendo esperienze diverse da quelle che vivono tutte (o tante), vivendo vite personalizzate, a ognuna la sua, a ognuna la libertà di essere senza dover dare risposte a nessuno.

A me il basilico piace molto, a volte lo mangio a volte no: sono dell’idea che spesso copra gli altri sapori. E gli altri sapori, ragazzi, sanno essere così appetitosi se solo li si prova!

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  1. Ecco dunque, dicevamo? 40 anni, single, senza figli, felice e derisa. Vorrei davvero sapere il nome del grande scrittore citato nel pezzo che tratta Glynnis MacNicol come una poveretta.

  2. Una delle riflessioni più intelligenti e interessanti sul femminismo di oggi, utile anche per non avere più dubbi su che posizione prendere riguardo al movimento #MeToo. L’ha scritta qualche mese fa Moira Donegan sul Guardian.

  3. A proposito di donne: avreste sempre voluto leggere un libro di Alice Munro (che ha compiuto 87 anni da poco) ma non sapete da quale cominciare? Qui ci sono 25 racconti che potete leggere online (sono free) e diversi suggerimenti sulle storie che lei scrive.

  4. Chissà come avrebbe scritto questa, se mai avesse voluto! È la vita di Corey Wheeler Forrest, una donna di 41 anni del Rhode Island che da anni si sveglia alle 4 del mattino per uscire in mare con il peschereccio del padre e spesso con lo stesso padre. È una vita dura dominata dagli uomini e dall’oceano, è un saggio fotografico stupendo a cura dell’ormai divinizzato (da me) magazine Topic.

  5. Chi l’avrebbe mai detto che la narrativa tradizionale maschile sarebbe stata soppiantata da un gruppo di avvenenti e provocanti spogliarellisti? Il nuovo Magic Mike (se non sai di cosa parlo su vai, clicca qui) smonta uno per uno tutti i topoi eroici al maschile a cui si è adeguata la nostra più diffusa pop culture, da Harry Potter a Star Wars a Moby Dick.

  6. A proposito di miti duri a morire, io e molti di voi siamo affetti da quello dei motel. Non luoghi ai margini della vita vera dove la sola e pura idea del passaggio si autocelebra nella decadenza del color pastello, della ripetitività, dell’anonimato, delle piscine slavate e sempre vuote. Sono loro, le piscine dei motel, le protagoniste di questa moderna ode su The Paris Review.

  7. Quante cover imperfette ci vogliono per farne una buona? Il classico pezzo che piace a chi sceglie i libri sulla base della copertina. Potete passare qualche oretta confrontando il prima e il dopo (a volte i passaggi per arrivare alla definitiva sono addirittura 4).

  8. Vorrei avere la macchina del tempo per chiedere a questi ragazzi cosa si ricordano della loro illuminata insegnante di inglese, Melissa Febos, ai tempi in cui si batteva per farli crescere bene. Oggi lei racconta in che modo insegna e cerca di trasmettere certi valori di tolleranza e inclusione in una contea profondamente repubblicana e trumpista.

  9. Un ritratto in divenire di quella donna che non era nessuno e che un giorno ha scritto chiaro e tondo: We Should All Be Feminists. Per chiudere questa piccola rassegna è perfetto.

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