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I libri di ottobre 2018

Quante storie inaspettate questo mese! Alcune per lavoro, altre per regalo, altre ancora per quel sacro piacere che ti fa aprire il portafoglio senza neanche pensarci. Ricorderò questo ottobre di letture per aver provato, dopo un sacco di tempo, una sensazione proprio bella: essere in giro, pensare ai libri appena comprati lasciati in una busta in macchina, essere felici per quando verrà il momento di leggerli.

Non succede sempre, questa magia. Non a me, almeno.

Se volete seguirmi tra le mie pagine di ottobre, buona lettura.

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  1. Batman. The Killing Joke 🇺🇸🇺🇸🇺🇸🇺🇸🇺🇸 | Una delle storie più famose di Batman, quella che racconta l’odio tra lui – il cavaliere oscuro – e Joker. Una delle storie che mai avrei pensato di avere tra le mie mani (non sono una grande lettrice di fumetti) e che invece ho apprezzato di più: per la concisione con cui mette in scena lacerazioni tragiche e irrimediabili, per la costruzione dei piani narrativi e per le espressioni folli e durissime dei personaggi. L’ho letto sul treno California Zephyr, me l’ha regalato uno dei Book Riders, Batman continuerà ad essere il mio preferito.

  2. Boy Erased. Vite cancellate 🇺🇸🇺🇸🇺🇸🇺🇸🇺🇸 | Sapete quei problemi di pochi che in realtà riguardano tutti noi perché tutti noi insieme facciamo una società giusta o ingiusta? Ecco, Boy Erased è quel libro che potreste sentire molto vostro nonostante non racconti la vostra storia. Potreste sentirlo molto vostro per il disgusto, la commozione, la partecipazione nell’ingiustizia perpetrata a un altro. In questo caso, l’autore stesso: un giovane ragazzo gay che viene portato dai genitori in una clinica affinché guarisca dalla propria perversa e scorretta inclinazione sessuale. Ho raccontato un po’ di questo romanzo nell’ultimo podcast di Black Coffee, realizzato dal cellulare direttamente dalle vie di Los Angeles (follia!).

  3. The Beats. A Graphic History 🇺🇸🇺🇸🇺🇸🇺🇸 | Consigliato dallo staff della City Lights di San Francisco e lì da me comprato, è la storia a fumetti di alcuni dei grandi scrittori della Beat Generation. Le prime tre (ampie) sezioni sono dedicate rispettivamente a Jack Kerouac, Allen Ginsberg e William S. Burroughs. Le seguenti, più numerose e brevi, sono invece ritratti di altri personaggi, luoghi ed eventi chiave dell’epoca. È un po’ didascalico e a volte troppo riassuntivo; eppure riesce a mantenere intatto il sapore mitologico di rivoluzione beat in ogni dettaglio.

  4. Big Sur and the Oranges of Hieronymus Bosch 🇺🇸🇺🇸🇺🇸 | Dopo aver vissuto a lungo a Parigi e aver scritto i suoi capolavori scabrosi e censurati, Henry Miller si trasferisce in quel luogo che Dio ha plasmato sulla Terra a immagine e somiglianza del Paradiso: Big Sur, una manciata di chilometri di natura indomita e struggente sulla costa settentrionale della California. Nonostante una profonda lentezza degli eventi e una altrettanto profonda inconsistenza narrativa, questo libro a metà tra la speculazione filosofica e il memoir (il capitolo centrale su chiama Potpourri), ha il pregio di mettere nero su bianco alcune belle riflessioni universali. Tipo la differenza da loneliness e aloness, la solitudine triste e quella degna degli dei.

  5. Hell’s Angels 🇺🇸🇺🇸🇺🇸🇺🇸 | La descrizione di un fenomeno affascinante e complesso fatta da uno osservatore interno tanto incuriosito quanto inaffidabile. Questa è la frase più comprensibile che riesco a elaborare per descrivere l’esperienza di Hunter Thompson dentro gli Hell’s Angels, quel terribile e romantico gruppo di motociclisti della California che fece orbitare attorno a sé polizia, donne, stampa, cittadini puritani, poeti beat, scrittori sotto LSD, spacciatori e baristi. È un testo mitico come mitica è la materia che racconta; a me, tuttavia, la cosa che è piaciuta di più è stata la costruzione del ruolo della stampa. E la poesia di Allen Ginsberg, arrivata del tutto inaspettata.

  6. The Sarah Book 🇺🇸🇺🇸🇺🇸🇺🇸🇺🇸  | Un libro che ti aggancia in un lampo, dalla quella frase lapidaria dell’incipit a ogni singolo dialogo delle successive 200 pagine. È la storia di un divorzio, raccontata in uno stile rabbioso e quasi snervante. Uno stile che ho apprezzato moltissimo perché mi ha ricordato che la letteratura migliore, a volte, si realizza per strappi e graffi, più laceranti più è sensibile la materia. Prossimamente anche in Italia.

Da quale cominciate, allora? Buona lettura.

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