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Il meglio di stagione: gli articoli americani dell'estate 2020

Questa è stata un'estate pesante: la pandemia, le proteste, il cambiamento climatico e l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali stanno rendendo gli Stati Uniti un territorio cupo, diviso, che desta preoccupazione. È un bel cambiamento, se consideriamo che all'America abbiamo sempre guardato con occhi sognanti. Se non interamente, almeno per metà.


Al netto del grande mutamento storico che stiamo senz'altro vivendo, l'America continua ad essere tante altre cose: in questi mesi estivi la stampa si è concentrata - giustamente - moltissimo sugli approfondimenti della cupa attualità. Cosa c'è d'altro, però? Cosa si muove intorno alla fine del sogno americano?


Ho selezionato qualche risposta, insieme - ovviamente - ad alcuni articoli di analisi del presente da cui non potevo esimermi. Buona lettura!

  • Questo è un inizio necessario, forse il pezzo più riflessivo e complesso della rassegna. L'ha scritto per Doppiozero un italiano, Alessandro Carrera, scrittore e professore dell'University of Houston (Texas), riflettendo su quello che stava vivendo a luglio negli Stati Uniti: un'esasperazione del concetto di "credere", una disgregazione del concetto di comunità, un senso di morte che non può non diventare sinonimo di fine del sogno americano. Almeno di quello bianco.

  • Come si fa a rendere un paese così diviso? Come si fa, concretamente, a rendere una parte degli Americani tanto nemica dell'altra da provocare reazioni armate, violenze verbali degne dei peggiori film di guerra, assalti e soprattutto fallimenti comunicativi così diffusi e irrimediabili? Attraverso il linguaggio, in primis. Quello che si è dispiegato con cocente evidenza durante la convention dei Repubblicani di agosto nonché quello che mette ogni giorno in atto il canale televisivo ormai più potente di qualsiasi dittatura: Fox News. Questo articolo di The Atlantic è essenziale (oltre che chiarissimo) per chi studia e vuole capire il potere delle parole e delle narrazioni. Soprattutto quelle distopiche.

  • E a proposito di narrazioni, esistono dei libri per capire l'era di Trump (perché di questo si tratta)? Sì, secondo ne esistono ben 21.

  • Si spera che tra pochi anni questa era non sia più solo quella di Trump ma anche quella dei traguardi del movimento Black Lives Matter: tra i primi potrebbe esserci un netto cambiamento proprio nel mondo dei libri. Francesca Pellas intervista un nuovo volto al vertice dell'editoria, Lisa Lucas: giovane, donna e nera.

  • Nessun traguardo sarebbe stato possibile senza John Lewis, uno dei più importanti leader del movimento per i diritti civili nonché uno dei personaggi americani dalla storia più toccante, tenace e simbolica. È morto lo scorso 17 luglio, lasciando tra le sue volontà un pezzo da pubblicare il giorno del suo funerale. Questo.

  • La nozione di libertà prende connotati diversi a seconda del colore della pelle e anche degli spazi, interni ed esterni, soprattutto nel South: lo mostra questo splendido servizio fotografico intitolato Liberty Theater.

  • Non è stato un uomo di lotta ma è stato senz'altro uno scrittore che ha rivoluzionato la letteratura mondiale, mettendo in luce anche gli aspetti più distorti e sbagliati delle nostre società. Lo scorso 22 agosto Ray Bradbury avrebbe compiuto 100 anni e questo articolo lo descrive con passione.

  • Non so se questa assomiglia alla Los Angeles di Bradbury ma di sicuro è una delle Los Angeles più belle che abbia mai visto: è un corto di pochi minuti, le strade sono quelle più famose, le parole sono quelle di Jack Kerouac, la regia è di Matthew Miller. Guardatela.

  • E invece sapete chi ha descritto una delle New York più belle e originali di sempre? Pasolini, in dialogo con l'unica donna che poteva cogliere e descrivere così belle quelle parole.

  • È di nuovo una penna del giornalismo italiano quella che descrive un altro momento della storia degli Stati Uniti in cui si proclamò finito il sogno americano: la morte di Bob Kennedy nel 1968. Mario Calabresi racconta (e mostra) il lavoro del fotografo Paul Fusco che, a bordo del treno che trasportò la salma da New York a Washington, colse dal finestrino le immagini di un'America ferita e spersa.

  • Cosa succede, invece, quando un inglese come Geoff Dyer legge il più grande libro western della modernità, Lonesome Dove di Larry McMurtry? Che ne rimane estasiato, ma non era così ovvio.

  • A proposito di western, quest'estate in Italia è uscito un libro che racconta un'avventura del Far West piuttosto insolita: basti dire che si svolge sui cammelli! Qui l'intervista con l'autrice di Entroterra, Téa Obreth.

  • Anche la loro è stata una storia insolita, ma nel senso che ha cambiato tutto: la tv, i canoni di bellezza, il potere delle donne, il senso del successo. Chi ancora non crede nella potenza delle Kardashian dovrebbe leggere il pezzo che il New York Times ha dedicato alla notizia della conclusione del loro show televisivo. Perché sì, anche questo è un pezzo della fine del sogno americano.

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