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La visione di Sara Taylor: il romanzo del 2016

Questo, per me, è il libro dell’anno. Stavo per scriverne la recensione, ma poi ho letto quella di Marco Montanaro e ho pensato che aveva già scritto tutto lui. Molto più coscienziosamente e profondamente, tra l’altro, di quanto avrei potuto fare io. Mi restano solo due cose da aggiungere, non solo su questo libro bensì sulla (onni)potente femminilità che lo caratterizza e che ha caratterizzato tutto il mio anno. Due cose che vi svelerò venerdì nell’ultima newsletter di questo infinito 2016 (puoi iscriverti qui > http://eepurl.com/blF_3b). Per oggi buona lettura, e che lo sia davvero: questo libro è bellissimo!


Non era abbastanza grande per essere il dente di una mucca. Probabilmente era appartenuto a un cervo che era stato aggredito dai coyote. Oppure era da poco morto di vecchiaia, sotto quel cielo, con il vento che si portava via la sua anima e i piedi delle Blue Ridge a fare da contorno alla scena. Non un brutto posto per morire, tutto considerato.

C’è un punto, più o meno a metà di Tutto il nostro sangue, in cui il lettore potrebbe sentirsi smarrito, abbandonato dall’autrice Sara Taylor tra le paludi e le sabbie e i sentieri di gusci d’ostrica delle Shore. Dopo cinque o sei capitoli in cui si susseguono stupri, fughe ed evirazioni notturne si è un po’ frastornati, e la domanda è la seguente: dove ci sta portando Sara Taylor? Siamo sicuri che si tratti di un romanzo, e non di una semplice raccolta di racconti?

Per…

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